Gli animali tra racconto e novella. Repertorio ipertestuale delle occorrenze zoonime nella narrativa volgare due-trecentesca. Con il regesto delle presenze zoologiche nelle più significative testimonianze letterarie dei primi secoli


Autore: Valeria Mouchet - Editore: Edizioni Spolia

Genere: University Press
Pagine: 539
Anno: 2008
Isbn versione PDF: 978-88-89172-08-7


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Media Aetas, 3. Collana di studi medievali diretta da Teresa Nocita


L’esegesi simbolica degli animali, che è attiva fin dalle origini e che attraversa la cultura letteraria fino ai nostri giorni, può rappresentare un valido strumento critico per poter enucleare alcuni nodi fondamentali della nostra produzione letteraria, sia sul versante linguistico che su quello culturale e antropologico. Il presente studio, prendendo come spunto le occorrenze zoologiche nella novellistica due-trecentesca, mira a riflettere su vari aspetti del ruolo dell’animale del testo, esaminando tale presenza in prospettiva sincronica, diacronica e contrastiva allo scopo di acquisire ulteriori e talvolta innovative informazioni sulle opere e sulla formazione culturale degli autori implicati, riflettere sull’evoluzione dell’impiego del dettaglio zoologico nel corso del tempo, operare un paragone con la produzione letteraria anteriore e contemporanea al periodo in questione, al fine di tratteggiare le peculiarità di ogni singolo genere, e in particolare del genere “novella”, la cui definizione è, nel Due-Trecento, ancora in via di enucleazione.
Dall’analisi emergono con chiarezza alcuni fenomeni retorici e stilistici che caratterizzano lo sviluppo del genere: l’ispessimento della zona descrittiva e l’attenzione ai dettagli realistici, l’attualizzazione delle fonti e la conseguente apertura al mondo della realtà quotidiana, ma anche un costante e raffinato potenziamento della dimensione simbolica di cui ogni presenza zoologica è portatrice, oltre a un incessante lavoro di riscrittura, integrazione, aggiustamenti strutturali e formali, interventi attivi da parte dei novellieri sui motivi vulgati tradizionali.
La novella si conferma quindi un genere che si distingue per duttilità e originalità, sempre pronto a accogliere contributi provenienti da mondi culturali diversi, un laboratorio permanente nel quale convivono sperimentazioni di diversa natura e operazioni di continuo lavoro sui materiali che la tradizione, ma anche la personale, diretta esperienza di vita dell’autore mettono a disposizione di chi scrive.


Valeria Mouchet
Laureata in Lettere presso l’Università di Roma Tre, Dottore di ricerca in Studi Italianistici presso l’Università di Pisa, dove è attualmente titolare di una borsa di ricerca post-dottorato e cultore della materia, si occupa di letteratura italiana due-trecentesca, mostrando un interesse privilegiato per la tradizione novellistica e, soprattutto, per l’opera di Boccaccio. Diplomata alla Scuola Vaticana di Biblioteconomia, si è anche dedicata allo studio dei manoscritti illustrati della Commedia e ha collaborato con varie case editrici. All’attività di ricerca affianca da anni l’insegnamento dell’italiano scritto nei Laboratori di Scrittura e l’insegnamento dell’italiano agli stranieri. Tra le sue pubblicazioni figurano vari studi dedicati alla novellistica e a Boccaccio, tra cui un’edizione commentata del Decameron (Roma, Salerno Editrice, 2006), le monografie Il “Bestiario” di un autore trecentesco. Repertorio ipertestuale delle occorrenze zoonime nelle opere volgari di Giovanni Boccaccio, Roma, Edizioni Spolia, 2005, Il “Bestiario” di Dante e di Petrarca. Repertorio ipertestuale delle occorrenze zoonime nella ‘Commedia’ e nei ‘Rerum Vulgarium Fragmenta’, Roma, Edizioni Spolia, 2008, e vari articoli: Per una ricognizione della funzione retorica del bestiario nel Boccaccio narratore, in “Giornale Storico della Letteratura Italiana”, CLXXIX (2002), pp. 525-560; Asini, gru e galline: breve indagine sugli animali del 'Decameron', in “Reinardus”, XVI (2003), pp. 133-164; Il cibo nelle novelle medievali tra realtà, simbolo e narrazione, in La sapida eloquenza. Retorica del cibo e cibo retorico, a cura di C. Spila, Roma, Bulzoni, 2004, pp. 89-112; Anguille, capponi, gru e galline: gli animali come vivanda nelle novelle medievali, in “Italianistica”, XXXIII (2004), pp. 69-82.






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